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Cosa mangiare (eccellenze a non finire)

Mangiare a Napoli: istruzioni per l'uso

Per calarsi appieno in una tipica giornata  napoletana si comincia con chiacchiere e colazione al bar tra le 7 e le 8.30 del mattino: il cornetto rigorosamente crema e amarena magari “ischitano”, ovvero un misto di pasta sfoglia e pasta brioche, da mangiare in piedi al bancone del bar e, solo all’ultimo boccone, il barista si appresta a preparare il caffè che deve essere bollente e bevuto dopo aver sorseggiato un po’ d’acqua!

A metà mattina, intorno alle 11, spesso ci si ferma a mangiare una pizzetta (e ci scappa sicuramente un altro caffè!) mentre a pranzo, solitamente non prima delle 13.30/14, se non si può tornare a casa, le opzioni sono tante, a seconda del tempo a disposizione: se è proprio pochino le opzioni sono pizza a portafoglio o fritta, oppure il cuoppo.

Ecco, il cuoppo è una coccola non troppo salutare, ma golosissima: un sacchetto di carta, anche se oggi è più facile che sia un artistico cono di bella carta gialla assorbente, ripieno di fritti, e i più tipici sono a base di verdure e ortaggi, gli stessi fritti che spesso si preparano la domenica a casa come antipasto.

Nel cuoppo non possono mancare: crocchè di patate, arancini e zeppole e, se si vuole abbondare, fette di melanzane e fiori di zucca senza ripieno, se di stagione.

Il cuoppo di mare è “un’invenzione” turistica, ma certo, un bel cuoppo di alici fritte può essere un’ottima scelta!

C’è anche la “marenna” (merenda in napoletano, ma in realtà indica un pranzo rapido, ma dal sapore di casa, quello che mogli e mamme preparavano come pranzo al sacco con gli avanzi della cena): si tratta semplicemente di pane ripieno con ciò che si trova nel bancone dei negozi di generi alimentari che spesso hanno anche delle pietanze cotte. Un’ottima “marenna” può essere fatta con salsicce e friarielli oppure polpette al sugo!

Se invece c’è un po’ più di tempo a disposizione, la scelta del napoletano è la pizzeria oppure qualche tavola calda di quartiere dove mangiare solitamente un piatto di pasta: in quelle meno turistiche si trovano piatti di casa come pasta e fagioli, pasta e lenticchie, pasta e patate

L’orario di cena è piuttosto tardo, almeno dalle 20.30, anche se ormai, anche per pranzo, tantissimi locali hanno cucine operative già da prima (rispetticamente 12.30 e 19.30).

Stazione Centrale Garibaldi e dintorni

Diversi ristoranti storici, frequentati soprattutto da Napoletani e dove si può ancora sperimentare la cucina locale della tradizione oltre alla pizza!

Centro storico

Oltre alla serie infinita di pizzerie sorte negli ultimi tre anni, resistono ancora pizzerie storiche e diverse sono le piccole trattorie dove poter gustare anche piatti di casa come la genovese (stracotto di cipolle napoletano) e il ragù. In particolare, da “studiare” Via dei Tribunali

Quartieri spagnoli

Numerose le piccole trattorie, un tempo tavole calde di quartiere.

Lungomare Partenope

Una lunga fila di ristoranti e pizzerie, molti turistici, ma di buona qualità nella maggior parte dei casi. Al Borgo Marinari, intorno a Castel dell’Ovo, alcuni storici ristoranti della tradizione.

Pignasecca

Il cuore del cibo di strada napoletano! Taralli, pizze di scarola, trippa,  fritti (quelli di terra i veri tradizionali!).

Parte finale di Via Toledo

Al confine con Piazza Trieste e Trento: alcuni nomi dello street food della Pignasecca hanno aperto nuove sedi anche qui.

E poi...